
Ethel Cogliani
Fondatrice del metodo IMMUNOREICA
Autrice di "Dietro la Malattia" (2016), "Tiroide X-Files" (2017), "Super-Vivere nel XXI Secolo" (2020), "Paura" (2020) e "La Struttura della Salute" (2021). Editrice della rivista Immunoreica Magazine, la prima rivista dedicata all’approccio funzionale delle malattie autoimmuni.
Potrei raccontarti la storia dei miei successi accademici, della laurea, delle specializzazioni, ma sarebbe poco interessante perché mi accomuna a tutti gli altri terapeuti.
E soprattutto perché nel mio studio la mia laurea non è neanche appesa (è in un cantuccio dentro la sua custodia a prendere polvere) e per tanto tempo l’ho anche rinnegata.
Quindi ti parlerò di una storia che non è molto diversa dalla tua. Ti parlo di una storia di malattie e coscienza.
Ho conosciuto la morte quando avevo soli 7 anni e mio papà è stato colpito da un ictus che lo ha portato via in meno di 3 mesi.
“Papà sta bene, tornerà presto” mi ripeteva mia madre.
Questo presto non è mai arrivato. E io non ho mai più riabbracciato mio padre (i bambini negli ospedali non posso entrare).
Quello fu il primo di una serie di incontri con la malattia che si sono susseguiti nella mia vita.
Mia madre, pur dicendo di stare bene, finisce almeno 3 confezioni di medicine ogni settimana, mio fratello ha avuto 2 infarti, mio figlio aveva problemi neurologici per cui, a detta dei medici, avrebbe dovuto prendere psicofarmaci a vita.
Ho iniziato l’Università e l’ho portata a termine con un’unica idea: volevo fare ricerca, volevo scoprire qualcosa… la cura a tutte le malattie.
Era qualcosa di non definito ma di una cosa ero certa: volevo fare qualcosa che migliorasse la vita delle persone. Ma non sapevo bene cosa.
Ero laureata in Biologia, precisamente con la specializzazione in Genetica e Biologia Molecolare, nome altisonante per dire che ero una nerd dispersa tra provette e laboratori… ma ancora non sapevo cosa e come questo mi avrebbe portato a realizzare il mio sogno.
Credevo fortemente che fosse quella la strada da percorrere.
Credevo che il mio lavoro mi avrebbe permesso di scoprire “la Cura”.
Io volevo aiutare le persone.
Volevo che ciò che sarei andata a scoprire fosse in grado di portare ricchezza in termini di:
- Salute – Volevo dare la possibilità alle persone di godersi la vita fino all’ultimo secondo e non arrancare fino a che non esalavano l’ultimo respiro. La morte è qualcosa a cui non possiamo sfuggire, ma come viviamo il magnifico viaggio tra la nascita e la morte lo possiamo plasmare come l’argilla.
- Socialità – Volevo dare la possibilità alle persone di non passare il tempo intrappolati in un letto o in una sedia a rotelle o a rincorrere medici da un ospedale all’altro con tubi dappertutto, e che potessero godersi più che la compagnia dei medici e degli infermieri i piaceri della vita e degli amici.
- Famiglia – Volevo che nessun bambino al mondo dovesse perdere il genitore prima di averne potuto godere a pieno la presenza con le coccole, o condividerne con loro le tappe più importanti della vita. E volevo che nessun genitore la mondo dovesse lottare per la salute del proprio figlio senza alcuna speranza di uscirne e dover piangere perché vorrebbe una vita migliore per suo figlio che non gli può donare… in nessun modo.
- Soldi – Volevo che nessuna persona arrivasse mai a dover abbandonare il proprio lavoro perché le condizioni fisiche non gli permettevano di svolgerlo e dover dipendere costantemente da qualcuno, e perdere la propria dignità per via di un male che progressivamente gli portava via anche la voglia di combattere.
Sono stata addestrata dal Sistema a fare tutto questo maneggiando abilmente delle provette e andando alla ricerca del gene “cattivo”… della molecola “miracolosa” che avrebbe cambiato la vita delle persone. E ci credevo.
A un certo punto però… mi sono svegliata!
Mi sono accorta che tutto questo, anche se fantastico, non era reale.
Questa mia idea molto da sognatrice si è infranta al momento in cui ho dovuto lavorare.
In realtà, con il tempo, ho capito che il mio lavoro aveva un unico scopo: quello di servire le Chimiche Farmaceutiche in modo da pilotare gli studi a favore di medicinali che poi avrebbero fatto intascare milioni di milioni di fantastilioni di soldi alla ditta che li produceva.
No, non era proprio quello il mio sogno.
Non esiste nessuna molecola o unico gene che possa realmente fare la differenza tra salute e malattia!
Esistono delicati equilibri tra ciò che facciamo, ciò che mangiamo, dove viviamo, come viviamo e quello che accade dentro al nostro corpo.
E questi equilibri vanno rispettati, coccolati, controllati, ricercati e fanno la differenza tra la totale dipendenza dai farmaci e dal Sistema Sanitario Nazionale e dalle chimiche farmaceutiche e la totale libertà di vivere la vita al meglio.
Sono gli stessi equilibri che fanno la differenza tra l’avere un mal di testa e il non averlo, tra l’avere problemi intestinali e il non averli, tra l’avere dolori articolari e il non averli, tra il sentirsi stanchi e il sentirsi forti, tra il vivere nella depressione e vivere invece in modo sereno.
Sì, sono gli stessi equilibri che influenzano… tutto ciò che c’è dentro di noi e quello che siamo noi.
Se siamo sani, stiamo meglio con noi stessi e con gli altri, e la nostra vita è florida e serena.
La scoperta ancora più grande per me è stata che in tutto questo la genetica vale solo per una piccola parte.
Il grosso dipende esclusivamente da noi, in quel magico processo che prende il nome di epigenetica e che possiamo manovrare costantemente prendendo coscienza che il corpo risponde agli stimoli e che questi stimoli possiamo controllarli, modularli, limitarli:
- rieducando a mangiare
- rieducando a volersi bene
- rieducando a comprendere i segnali che manda il corpo
Più che una nutrizionista, mi piace essere una guida.
Invece che tra le provette, avevo trovato lo scopo della mia vita nel mio studio con le persone VERE in un contesto VERO con variabili REALI. Niente giochi al “facciamo finta che funziona”, nessun tipo di ambiente controllato, nessun tipo di eliminazione delle variabili.
La REALTÀ affrontata con tutta la sua complessità.
Quando i miei pazienti, quando entrano nel mio studio, nella migliore delle ipotesi hanno qualche mese di sofferenza, ma il più delle volte hanno passato la maggior parte della loro vita a combattere un male inspiegabile anche dai medici, e sono stati rimbalzati da uno specialista all’altro e portati allo stremo tra analisi inutili e cure improbabili… e assolutamente insensate, se non dannose.
Quindi io non combatto solo contro il male, ma anche contro la paura, la stanchezza, lo scetticismo e tutte le problematiche date dal continuo uso di farmaci e i loro effetti collaterali, che hanno portato a una degenerazione generale.
Con il tempo ho capito che l’alimentazione non bastava: vedere alti e bassi inspiegabili e non correlati all’alimentazione mi ha portato oltre. Nel corso degli anni ho parlato, fatto domande, approfondito, creato collegamenti… e ho capito quanto è riduttivo concentrarsi esclusivamente sul corpo e che siamo una rete di infinite connessioni tra mente e corpo.
Per questo non ho mai smesso di aggiornarmi e trovare nuove fonti di informazioni per scardinare ogni nodo che incontravo, perché ogni insuccesso diventasse un nuovo tassello per portare sempre più successi e spunti per nuove strade da intraprendere. È per questo che ho iniziato a connettere in modo sempre più organico gli aspetti della psiche che influivano sull’andamento della salute dei miei pazienti.
Pochissimi arrivano da me all’inizio del loro percorso. È difficile credere che SOLO l’alimentazione e l’integrazione possono aiutare così tanto, e questo spesso complica la situazione.
Ogni caso è diverso dall’altro. Niente eliminazione delle variabili. Niente certezze.
Un caso è semplice solo dopo che lo hai risolto.
È più di quanto non avrei mai immaginato… un metodo in grado veramente di adattarsi a casi diversi, in cui le variabili (almeno quelle che sono attualmente conosciute) si traducono in regole da seguire.
E insieme si esplorano le singole variabili attraverso l’Algoritmo della Salute, fino a sciogliere tutti i nodi che legano alla malattia.
Perché la salute è un diritto… che deve essere diffuso il più possibile.
Non siamo arrivati al 100% dei successi, ma è quello che vorrei con il tempo.
Intanto in questo processo di ricerca ci sono persone che guariscono, persone che migliorano, persone che si riscoprono, persone che tornano a lavorare, persone che tornano ad avere una dignità nella vita… quella “dignità del paziente” che talvolta la medicina ufficiale si dimentica di rispettare.
La salute è un diritto… fanne buon uso!

Stefano Andrade
Fondatore del metodo PneumaTraining
Coautore del libro "Super-Vivere nel XXI Secolo". Coordinatore della sezione 'Sport e Movimento' di Immunoreica Magazine.
Sono personal trainer, maestro di Arti Marziali ed esperto in massoterapia. Specializzato nell’uso del movimento, dei massaggi e della respirazione per il potenziamento delle performance atletiche, riduzione delle tensioni e gestione dell’ansia.

Hera Andrade
Fondatrice del metodo 3H
Consulente olistica e massoterapeuta specializzata.