Nel periodo estivo la domanda numero 1 è: “Come prendo il sole?”
“ma se il Sole fa male alla pelle mi verrà un tumore?” “ma se…”
Con questo articolo vorrei mettere ordine il più possibile a tutte le informazioni a cui veniamo bombardati appena arriva la bella stagione: le belle giornate.
La prima cosa che si può notare è il proliferare di pubblicità che dicono quanto il Sole è dannoso, e quanto è importante proteggersi da esso per evitare qualsiasi malattia possibile e immaginabile.
Se lo dite ad uno dei miei pazienti, vi potrebbe ridere in faccia.
Trattando costantemente con malati autoimmuni, e insegnando loro come approcciare al meglio la malattia in modo che con il tempo possano abbandonare i farmaci, insegno loro come approcciare al Sole.
Nella tua mente comincerà immediatamente a disegnarsi un enorme punto interrogativo: che c’entra il Sole con le malattie autoimmuni?
Il Sole è la fonte n. 1 di vitamina D
Il Sole, disegnato dalle pubblicità come un mega mostro che causa tumori ed altre bruttissime malattie, è anche ricchissimo di vitamina D.
La vitamina D è un ormone molto importante, con un’infinità di funzioni all’interno del nostro corpo. La più conosciuta è quella legata all’assorbimento del calcio, ma quella assolutamente più importante – e che lega indissolubilmente questo ormone ad essere una pietra importante contro le malattie legate al malfunzionamento del sistema immunitario – è proprio la funzione di immuno-modulatore.
Quindi cerchiamo di scoprire la faccia buona del Sole in modo da conoscerlo al meglio, impararlo a sfruttarlo, pur difendendoci dal suo lato oscuro.
Viviamo costantemente chiusi dentro casa, e questo genera una carenza pandemica e sistemica di vitamina D, la cui produzione all’interno del nostro corpo viene attivata dal Sole.
Imparare a sfruttarne il meglio e limitare i danni che possono derivare dall’esposizione è forse l’unico modo per non avere, nel prossimo futuro, una popolazione mondiale in cui prevalgano malati.
Il Sole ha due facce:
1. Le radiazioni
2. Le radiazioni
Le radiazioni UVB determinano l’attivazione della sintesi della vitamina D e qundi assai utili per il tuo corpo. E determinano, al tempo stesso, la produzione di radicali liberi e quindi potenzialmente dannose per il tuo corpo.
Ma allora non se ne esce? Ad ogni cosa c’è una risposta più o meno articolata, più o meno complessa, più o meno adattabile nei vari casi, più o meno specifica.
Se sei una persona sana o con nessuna malattia conclamata magari potrà non interessarti, ma chi lavora con persone con malattie autoimmuni o ha malattie autoimmuni sa l’importanza di questa vitamina… o forse no…
Dipende da quanto è stato attento il tuo medico curante prima di spararti qualche medicina al cortisone, o qualche biologico, o immuno-soppressore. Molti addirittura deridono l’idea che una vitamina possa avere un ruolo così importante. Molti deridono anche che l’alimentazione sia importante.
Molti miei pazienti mi riportano queste parole dette dai loro medici specialisti: “no, mangia quello che vuoi tanto l’alimentazione non c’entra neinte con la tua patologia”, “tutte cavolate… la vitamina D ad alti dosaggi fa malissimo, è tossica”.
Certo, tossicissima… proprio come i farmaci che vengono propinati in casi di patologie autoimmuni.
Ad ogni modo, dove ci sono patologie conclamate, i casi si possono semplificare in:
- La patologia peggiora in estate
- La patologia migliora in estate
Tu di che squadra sei?
Se sei della prima squadra, il tuo lavoro sui radicali liberi – e quindi sullo stress ossidativo del corpo – è un lavoro assolutamente prioritario, e l’esposizione al Sole potrebbe esserti molto deleteria. All’interno del tuo corpo il carico ossidativo è già alto, magari anche dovuto ad intossicazioni da metalli pesanti, o da un eccesso di esposizione al sole, o da agenti chimici o radiattivi.
In questo caso la tua esposizione al Sole può essere veramente una enorme conquista, perché nel momento in cui potrai esporti senza vedere peggioramenti vorrà dire che avrai ben lavorato il problema principale: stress ossidativo… meglio conosciuto come "radicali liberi" (o meglio: eccesso di radicali liberi).
Per far rientrare il livello di radicali liberi ad un livello accettabile, bisogna darci sotto con antiossidanti (Glutatione, NAC, OPC, Q10, Resveratrolo e cibi con alto indice antiossidante) e, in caso di intossicazione da metalli pesanti o altro, fare dei cicli depurativi con l’Enteros Gel.
E magari rivedere il Sole il prossimo anno dopo un buon lavoro in tal senso (e magari iniziando l’esposizione ad aprile e non a luglio 😉) quindi la protezione totale-ultra-mega protettiva ha senso finché non si vede che l’allarme è rientrato (tramite test dello stress ossidativo).
Se sei della seconda squadra, queste sono le direttive che ti faranno ottimizzare al meglio i risultati, limitando al minimo i danni:
- scoprire almeno dorso e arti
- esporsi senza creme e senza altri filtri (come vetri che bloccano le radiazioni UVB)
- esporsi nelle ore più calde della giornata (non 7-11, ma 11-15)
- per 30-45 minuti, o in base a fototipo, se molto chiaro iniziare anche con 5 minuti per poi aumentare gradualmente (in realtà qui si parla di buon senso 🙂)
- prendere tantissimi antiossidanti per bocca: il top è il glutatione liposferico, ma anche gli altri possono andare bene magari combinati l’uno con l’altro
- mangiare cibi antiossidanti: cipolla rossa, tè verde, mirtilli, mele, menta, ribes, ciliegie, cavoli, uva, fragole, banane, pere, carote, pompelmo rosa, melone, cavoli, spinaci, broccoli, zucchine, tuorlo d’uovo, mango, succo d’arancia, prugne nere, uvetta, mirtilli, more, barbabietole, acai, melograno… “e se sono allergico a quasi tutti questi cibi?” allora non li mangiare assolutamente, provvederai solo con integrazioni specifiche
- dopo i 30-45 minuti, o quando il corpo sembra arrossarsi e quindi non è più in grado di sintetizzare, o semplicemente i pro non superano più i contro, coprirsi mettersi all’ombra o mettere la protezione adeguata alla propria pelle
- idratare sempre, sia bevendo tanto sia con oli e creme
- possibilmente alternare i bagni al mare, che hanno effetto depurante e accelerano il processo di ripulitura della pelle
Allora ricapitolando: di che squadra sei?
Un caso studio di uno dei miei pazienti: ha dermatite atopica e fa un lavoro che è la causa di questa sua malattia (e delle altre che lo assillano). E’ orafo da quando aveva 15 anni, quindi essenzialmente sono oltre 30 anni che è a contatto con sostanze che si sono accumulate nel tempo e lo hanno portato quello che, ad oggi, è la causa numero uno della sua malattia (ce ne sono altre ma sicuramente questa è quella più forte).
Si è esposto per solo 5 minuti al sole e il rossore si è sviluppato moltissimo anche nelle parti che non sono state soggette ad esposizione.
Di che squadra è lui è chiaro. Se invece su di te l’effetto non è così visibile o vuoi andare sul sicuro, puoi fare il test per lo stress ossidativo e vedi come sta il tuo livello di radicali, e se è entro i “livelli di sicurezza”. Poi… goditi il Sole! 😊
Per fare i test per lo stress ossidativo puoi prendere un
kit di analisi in casa, o
questo più completo, oppure in un centro analisi con prescrizione “stress ossidativo”.
Per chi ha difficoltà ad esporsi, c’è sempre l’integrazione per bocca di vitamina D, che entro i 10.000 U.I. al giorno per un adulto (5.000 U.I. al giorno per un bambino) è una dose in sicurezza.
Buon Sole
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Ethel Cogliani
Biologa nutrizionista specializzata nel trattamento delle malattie autoimmuni, croniche e infiammatorie. Ideatrice del protocollo IMMUNOREICA. Autrice dei libri "Dietro la Malattia", "Tiroide X-Files", "Paura", "La Struttura della Salute" e coautrice di "Super-Vivere nel XXI Secolo". Editrice e redattrice della rivista Immunoreica Magazine, la prima rivista dedicata all'approccio funzionale delle malattie autoimmuni.