Tutti conoscono il padre della teoria evolutiva Charles Darwin, ma pochi conoscono un suo diretto concorrente, Jean-Baptiste de Lamarck, in realtà il primo a formulare una teoria evolutiva, che però fu surclassata per 10 a zero dalle evidenze schiaccianti che avvaloravano la teoria darwiniana.
Questi due tizi sono stati la causa di una mia discussione feroce con mia madre quando ero poco più che laureata.
Secondo mia madre, se stiamo seduti le gambe si atrofizzano, e per questo che le generazioni di adesso erano deboli, perché non facendo sport nascono sempre più deboli con gambe più deboli e sempre più atrofizzate.
Io ribattevo che quello che diceva aveva dell’assurdo, che lo stesso Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, assolutamente confermava quanto quello che lei stava dicendo fosse un’assurdità assurdissima e che era poco più di una favoletta, e la conversazione è finita che io ero incavolata nera con mia madre.
Volendo lei avere per forza ragione, mi ha liquidato dicendomi “Beh posso avere la mia opinione, mica tutti la possono pensare come te” e la mia posizione invece, essendo io convinta fosse scientificamente più valida, la peroravo con argomenti “Ma cosa ne vuoi sapere tu io che ho studiato? So che non è così e Darwin, le cui teorie sono confermate, dice diversamente e queste non sono opinioni ma scienza”.
Il tutto finito nel nulla: entrambe siamo rimaste della nostra opinione.
A distanza di quasi dieci anni da quella conversazione, mi trovo a scrivere questo articolo solo per dirti che alla fine… mia madre aveva ragione (almeno in parte). Questa ammissione non puoi immaginare quanto mi costa.
Non chiamare la neuro, mi raccomando… almeno non adesso… prima ti argomenterò per filo e per segno la mia affermazione.
Intanto facciamo un piccolo ripassino di biologia evolutiva in modo da non farci distrarre dal cercare di ricordare che differenza c’era tra le due teorie.
Lamarck
“I caratteri acquisiti dai genitori durante la loro vita venivano passati ai figli.”
Esempio delle giraffe: Mamma giraffa per mangiare le foglie dell’albero più alto allungava e stirava il suo collo. I suoi figli nascevano con il collo più lungo.
Darwin
“L’evoluzione è un processo di mutazioni casuali e di selezione dei caratteri più adatti che riescono a riprodursi più facilmente e a trasmettere questi caratteri alle generazioni future.”
Esempio delle giraffe: Casualmente in una popolazione, alcuni individui avevano il collo più lungo e, riuscendo a raggiungere più facilmente le foglie più alte dell’albero, si riproducevano di più di quelle che non riuscivano a raggiungerle bene. Quindi quelle con il collo più corto morivano prima di riprodursi e lasciavano lo spazio a quelle con il collo più lungo, che generazione dopo generazione diventavano sempre di più fino a sostituire completamente quelle con il collo più corto.
Trasmissione dei caratteri acquisiti VS mutazione casuale e selezione naturale
La teoria lamarckiana decisamente sembra la favoletta raccontata al bambino. È un po’ come pensare che, se noi ci rompiamo o ci leghiamo un braccio e si atrofizza, arriviamo a fare poi dei figli con un braccio atrofico. Suona strano un po’ a tutti.
Ma in realtà ci sono meccanismi molecolari che si comportano proprio come Lamarck aveva descritto, solo che non erano visibili.
Alcuni problemi che subiamo sulla nostra salute sono ereditati, ma non come pensiamo noi.
Sono un’eredità delle abitudini, delle vicissitudini, delle generazioni addietro: genitori… nonni… bisnonni. Una sorta di karma molecolare. E non risiedono nei geni come tutti potrebbero pensare, attingendo alle ormai divulgate e poco capite teorie sull’ereditarietà, ma sono legate sempre ad una parte dei nostri cromosomi ma molto molto diversa dai geni: i telomeri.
Ora mi sa che mi tocca spiegare cosa sono i telomeri, giusto?
Il nostro corredo genetico è diviso in cromosomi. All’interno dei cromosomi c’è una parte codificante: i geni. Ogni singolo gene si esprime in modo coordinato con gli altri, grazie a delle parti regolative, poste a monte e a valle e all’interno della porzione codificante, e delle porzioni cromosomiche “spazzatura”.
L’uomo per semplicità gli ha dato questo nome, ma molte porzioni “spazzatura”, di cui prima non conoscevamo le funzioni, si è visto invece che hanno funzioni vitali per la propagazione del materiale genetico di divisione cellulare in divisione cellulare, e da individuo a individuo (centromero) e per l’integrità cromosomale (telomero).
Fermiamoci qua perché non voglio che diventi un trattato di biologia molecolare. Voglio solo che ti focalizzi sul fatto che i telomeri, che si trovano alle estremità dei cromosomi, sono responsabili dell’integrità dei cromosomi stessi.
Torniamo quindi al nostro Lamarck che finalmente potrà avere il suo momento di gloria dopo quasi 2 secoli dalla sua morte.
L’ispirazione a questa riflessione l’ho avuta leggendo un libro scritto da 2 Premi Nobel, Elizabeth Blackburn e Elissa Epel, rispettivamente biologa molecolare e psicologa, che hanno unito le forze per collegare i processi di invecchiamento con… rullo di tamburi… lo stile di vita!!!
Ebbene sì, dall’ambiente che ci circonda e dalle radiazioni a cui siamo soggetti, da cosa facciamo, cosa mangiamo, come dormiamo, come reagiamo alle sollecitazioni stressogene e quindi, in sintesi, il nostro stile di vita… viene determinato il deterioramento dei telomeri a cui è associato l’invecchiamento e la morte cellulare.
Ci chiediamo sempre quali creme usare per rallentare l’invecchiamento, ci chiediamo cosa possiamo fare per stare meglio e rallentare l’inesorabile ed inevitabile invecchiamento… e la risposta è semplicemente in tutto ciò che NON facciamo, in tutto ciò che non contempliamo come importante, che però porta alla riduzione costante e inarrestabile di quella porzione del cromosoma predisposto alla sua conservazione.
Con l’avanzare dell’età i telomeri si accorciano durante tutta la vita, e la velocità con cui si accorciano è determinata dalla somma delle nostre abitudini e delle nostre esperienze più o meno brutte che ci capitano nell’arco della vita, ma soprattutto da come le maturiamo e da come le viviamo.
Si può arrestare o addirittura invertire questo processo?
La grande scoperta di queste due ricercatrici sta proprio in questo: possiamo invertire l’invecchiamento, se e solo se riusciamo a creare un ambiente e stile di vita “sostenibile” dal punto di vista globale. Fica come idea eh?
Ma veniamo a Lamarck. Sappi che tutti questi discorsi sono solo per spiegare passo passo perché Lamarck in realtà aveva ragione (magari da un punto di vista micro-evolutivo e non nella macro-evoluzione) ma in questo blog e nello scopo di IMMUNOREICA c’è quello di far capire alle persone le implicazioni che le loro scelte hanno sulla loro salute, sulla salute dei loro cari e sulla salute dei loro figli.
E in questo la teoria lamarckiana ci aiuta a capire quale responsabilità abbiamo nei confronti della nostra salute e in quella di chi abbiamo intorno, e di chi verrà dopo di noi direttamente da noi. Se si vogliono avere figli questo dettaglio penso sia assolutamente fondamentale, perché non penso ci sia nessun genitore che voglia mettere al mondo un figlio che abbia già uno svantaggio rispetto agli altri.
Questi telomeri sono presenti in tutti i cromosomi (23 coppie per ogni nucleo di ogni cellula) di tutte le cellule (qualche miliardo per ciascun individuo) e il loro invecchiamento quando avviene in tutte le cellule, magari con velocità diversa nei vari distretti. Fatto sta che, nel momento in cui questi diventano troppo corti, per mantenere la stabilità cromosomale la cellula smette di replicarsi e comincia il processo di senescenza (invecchiamento) e morte… cellula dopo cellula, tessuto dopo tessuto fino alla malattia e fino alla morte.
La differenza nell’invecchiamento di ogni singolo individuo dipende:
- dalla lunghezza dei telomeri ereditati alla nascita
- dalle nostre scelte di vita
Ma la lunghezza dei telomeri alla nascita da cosa è determinata? E qui viene il bello…
Dalle scelte di vita dei nostri genitori e dei nostri nonni. Si è visto infatti che se una madre è soggetta a fortissimo stress al momento della nascita, il figlio già porta con sé un corredo cromosomico con telomeri di dimensioni variabili, in base alle esperienze e le scelte di vita che hanno fatto i suoi genitori fino al momento del concepimento e durante tutta la gestazione fino alla nascita.
Ad esempio, se la madre e il padre hanno subito violenze o una vita di stenti e sofferenze, i telomeri dei figli sono più corti. E quindi, anche se si va alla ricerca della salute, si partirà sempre svantaggiati. E non è questione di ricchezza! Almeno non totalmente.
Quante volte si vedono le classifiche dei paesi con il FIL (Felicità Interna Lorda) più alto e guarda caso sono sempre paesi mediamente poveri? Se la ricchezza può fare la felicità, non basta la ricchezza per essere felici e la felicità, intesa come condizione di salute e stabilità, si ricerca in come viviamo la nostra vita e da tutte le scelte che facciamo:
- stile di vita
- ambiente
- lavoro
- cibo
- relazioni
- tossine
- radiazioni
- sonno
- respiro
- meditazione
Gli americani hanno dato un nome meraviglioso a tutti questi fattori e si chiama “mindfulness” (in italiano non penso ci sia un termine adeguato a spiegarlo: “mind” = mente, “full” = pieno… “pienezza mentale”, “benessere psicofisico” forse sono i termini che si avvicinano di più, io preferisco utilizzare il termine americano).
L’equilibrio tra salute e malattia è un insieme di risposte molecolari all’interno del nostro corpo causate dalle nostre scelte.
Ormai la scienza è alla ricerca della medicina per far allungare i telomeri, e presto sono convinta che ne tireranno fuori diverse: che influiranno sulle telomerasi (enzima che regola la lunghezza dei telomeri) che metteranno dei cappucci ai telomeri per evitare che vengano erosi, e chi più ne ha più ne metta… non mi voglio addentrare, non mi interessa.
Ma se nel futuro ci sarà mai qualcosa che potrà funzionare senza effetti collaterali come il cancro – ed infatti alcuni farmaci che lavorano sulle telomerasi hanno come simpatico effetto collaterale che le cellule, anche se malate, non muoiono e le cellule malate che non muoiono diventano tumori – sicuramente abbiamo uno strumento ADESSO, gratuito, piacevole e derivante dall’amore per sé stessi che è il cominciare a prende in mano la propria vita.
Quando i miei pazienti vengono da me, io ci tengo molto a spiegargli questo contesto meraviglioso in cui si stanno addentrando, e che la nutrizione sarà solo il primo passo di un viaggio spettacolare in cui ritroveranno una loro dimensione, un loro scopo di vita… per sé stessi, non per gli altri… per stare bene e basta.
E si accorgeranno che, stando bene, sono sereni e, stando sereni, stanno bene con gli altri e la famiglia va meglio, il lavoro va meglio, la vita va meglio… in una magia che parte magari dal cibo… ma che finisce con il trasformare la vita e la salute non è più qualcosa di astratto e irraggiungibile, ma qualcosa che si può trovare nella quotidianità… dietro l’angolo, dietro quelle scelte che non riusciamo a fare o che non vogliamo fare.
Leggere un libro che ti aspetti sia un trattato di biologia molecolare, e ti ritrovi un trattato sulla vita e tutte le implicazioni possibili e immaginabili delle nostre scelte sbagliate quotidiane, e come invece sarebbe la nostra salute se su quel bivio avessimo scelto l’altra strada anche se più difficile da percorrere… fa capire tante cose.
Fa capire che se non possiamo puntiformemente agire sulle singole molecole, lo possiamo fare in un meccanismo globale attraverso le nostre scelte di cui noi siamo artefici e responsabili, anche per i nostri figli.
Ora la domanda sorge spontanea, alla luce di quanto detto:
Per iniziare a fare prevenzione quando bisognerebbe iniziare?
l prima possibile è la risposta più ovvia. Ma se dovessimo ragionare a tavolino, non sotto la spinta delle circostanze e ragionando anche sulle generazioni future, per preparare i nostri figli a stare bene e così i nostri nipoti, noi dovremmo cominciare da ADESSO.
È ormai acquisito che la salute del feto dipende da come sta la madre durante la gravidanza e l’allattamento, ma adesso sappiamo che la salute del feto dipende anche da come la madre ha vissuto la sua vita finché non ha raggiunto la gravidanza. E che il potenziale di salute che la madre può raggiungere durante l’arco della sua vita, e che determinerà il potenziale del nascituro, è determinato e limitato a sua volta dalla salute dei nonni.
Insomma, lavorando sulla nostra salute, determiniamo tutta una serie di modifiche molecolari che si ripercuotono anche sui telomeri delle cellule germinali sia maschili che femminili – quindi, maschietti, non siete immuni da questa responsabilità – e determiniamo non solo quindi il corredo genico che erediteranno i figli, ma anche la stabilità dei cromosomi che lo portano e quindi la longevità dei tessuti, e di conseguenza la lunghezza del periodo di vita che i nostri figli, a parità di stile di vita, si possono aspettare.
Lamarck VS Darwin 10 a zero. Mamma VS me 10 a zero.
Le nostre azioni determinano una serie di modifiche durante la nostra vita che sono ereditabili dalla propria stirpe.
Ma posso darti un piccolo sprazzo di speranza nel caso la tua vita sia stata abbastanza provante e pensi che i tuoi telomeri ormai siano fritti.
I telomeri possono anche allungarsi, quindi il processo di accorciamento non solo si può rallentare ma si può anche invertire.
Quindi, anche se i vostri figli, ad esempio, hanno un corredo telomerico corto rispetto alla media, insegnandogli a vivere in modo mindfullness e quindi considerando tutti gli aspetti che abbiamo elencato sopra, potrà giovare di una salute che possa coprire buona parte della sua vita.
Tutto partendo dal cibo… per riscoprire un mondo che sembra ormai dimenticato.
Ricapitolando:
- I telomeri sono i cappucci dei cromosomi, che servono a preservarli durante la vita
- I telomeri si accorciano durante la vita, riducendo progressivamente la stabilità dei cromosomi finchè la cellula non può più dividersi e comincia il periodo di senescenza e morte
- La lunghezza dei telomeri è duttile e può essere regolata dalle nostre abitudini
- La lunghezza dei telomeri si eredita
- A parità di stile di vita, vive meglio chi ha i telomeri alla nascita più lunghi
- L’accorciamento dei telomeri si può invertire
- La velocità con cui i telomeri si accorciano dipende dalla nostra mindfullness
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Ethel Cogliani
Biologa nutrizionista specializzata nel trattamento delle malattie autoimmuni, croniche e infiammatorie. Ideatrice del protocollo IMMUNOREICA. Autrice dei libri "Dietro la Malattia", "Tiroide X-Files", "Paura", "La Struttura della Salute" e coautrice di "Super-Vivere nel XXI Secolo". Editrice e redattrice della rivista Immunoreica Magazine, la prima rivista dedicata all'approccio funzionale delle malattie autoimmuni.
Complimenti, trovo questo articolo estremamente affascinante e di una potenza dirompente, magari potessero circolare queste informazioni a tutti i livelli e non rimanere di nicchia, magari vivessimo in una società che ha a cuore la salute e il benessere a prescindere dal risvolto economico, magari le persone decidessero di attivare il proprio cervello alla ricerca della verità... Grazie!
Grazie infinite Andrea. Diciamo che amo mettere insieme i puntini invece di dare solo spunti perchè penso seriamente che la capacità di mettere insieme le informazioni in modo complesso sia l'unico modo per capire realmente come funzioniamo.
È molto interessante, grazie. Ho conosciuto il tuo nome attraverso la rivista di Acqua e Sapone! Figurati!! Eppure è una delle poche pubblicazioni a scopo pubblicitario che ha una sua dignità e onestà. Mi è venuta voglia di conoscere il tuo approccio. Ora mi documenteró.
Grazie infinite per il suo feedback.
Non è facile dare la giusta impronta di comunicazione per far capire la complessità alla base della salute. Spero avrai piacere a leggere pure tutti gli altri.
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