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Resistenza e Resilienza: come comprendere questi 2 concetti farà la differenza tra come stai adesso e come starai in futuro

Quando eri a scuola o all’Università, ti sei mai chiesto: “Ma questo che sto imparando mi servirà mai nella vita?”

Io sono sempre molto ipercritica di fonte alle informazioni che mi vengono date, e devo dire che una risposta positiva a questa domanda pochi professori universitari sono stati in grado di darmela.

Si sa che si va all’Università per prendere il titolo di studio… ehm, per apprendere gli strumenti che ci dovrebbero servire nella vita quando, nel momento del lavoro, dobbiamo applicarli. Ma sono pochi i professori che sono in grado di darti questi strumenti in modo che ti restino per sempre, e possano fare la differenza REALMENTE.

Le classiche informazioni che rispondono ad una domanda molto più base e semplice: “E quindi?”

“E quindi… cosa devo fare?”

“E quindi… cosa comporta?”

“E quindi???”


È la domanda che vi salva la vita e non vi fa perdere in informazioni BELLE MA INUTILI.

Uno di questi era il mio professore di ecologia. L’ecologia è meravigliosa. Ti fa capire tantissimi meccanismi, ma alcuni concetti sono veramente difficili da comprendere nel loro significato reale e nelle loro implicazioni.

Lui diceva sempre: “Tanto più grande è un insieme, tanto più complesse sono le variabili che lo governano”.

Quanto aveva ragione! Sto capendo l’ecologia nel suo significato più profondo e nelle sue dinamiche reali forse solo adesso a distanza di quasi 10 anni dalla laurea. E non sto parlando di capire in termini di concetto, ma capire in termini di comprensione profonda, quella che rende utili le informazioni.

Due dei concetti più affascinanti dell’ecologia sono quelli di RESISTENZA e RESILIENZA.

Mentre il concetto di RESISTENZA è abbastanza comune e tutti lo conoscono come la capacità di opporsi agli insulti esterni (fisici, psicologici o quant’altro) il concetto di RESILIENZA forse è un po’ meno conosciuto o comunque meno compreso. La resilienza, infatti, esprime la capacità che un sistema (un organismo, o altro) ha di recupero in seguito alla sua distruzione.

Il nostro corpo è una macchina perfetta

Prendiamo un prato e una quercia.

Il prato è facile da falciare, quindi è scarsamente resistente, ma nell’arco di un mese, ritorna rigoglioso come prima, quindi è molto resiliente. Per contro, la quercia è difficile da abbattere ma, in seguito al suo abbattimento, non si potrà più rigenerare.

Il Sistema Uomo è una perfetta via di mezzo tra un prato e una quercia.

Il nostro corpo riesce, nonostante gli insulti continui e i nostri stravizi, a mantenerci in vita (poi vedremo come) ed ha una buona capacità di autoguarigione, e quindi ci rimette in pista quando abbiamo esagerato.

L’essere umano tende a intervenire quasi sempre quando il danno è fatto (agendo sulla sua capacità di resilienza, ma vedremo perché sono scarsi i risultati) e poco a prevenirlo (migliorando la propria resistenza).

Questo meccanismo fa parte della propria indole che si è sviluppata in un ambiente che permetteva questo tipo di atteggiamento: non era un ambiente ostile verso la sua capacità di resistenza e resilienza e sviluppare la capacità di lottare all’interno del suo ambiente gli bastava.

Questo gli bastava!

La Natura dà già tutto a tutti i Suoi figli: se sono scarsamente resistenti dà la capacità di rigenerarsi velocemente e, se non sono capaci di rigenerarsi, dà una resistenza notevole.

A noi che non avevamo artigli ci ha dato la capacità di costruirci strumenti con cui ci potessimo difendere, la capacità di socializzare e unirci in branco. Non ha lasciato nulla al caso.

Oltre questo, opera secondo i Suoi Disegni, senza alcuno scrupolo.

La Natura è molto sincera: non fa figli o figliastri. Sa che il Ciclo della Vita prosegue dalla vita alla morte e poi alla vita. Non finge protezione ai singoli individui.

Lei sa che, se un equilibrio viene alterato, sarà costretta ad eliminare parte degli individui che lo hanno alterato perché questo equilibrio venga ripristinato, quindi ci saranno delle vittime per la Necessità dei Più.

È una legge cruda e semplice: senza princìpi, se non quelli del mantenimento degli equilibri. È una legge più giusta della molteplicità di leggi che abbiamo noi.

Finché rispettiamo le semplici regole degli equilibri naturali sopravviviamo, e sopravviviamo bene. Nel momento in cui usciamo o violiamo queste poche regole, ci ammaliamo e moriamo.

Ecco perché capire ed agire all’interno di questi equilibri farà di te una persona sana.
Purtroppo l’uomo, nell’acquisire le proprie competenze di sopravvivenza, ha aumentato la sua capacità di sopravvivere oltre le regole della Natura.
Come è stato possibile?

Ha manipolato regolarmente la capacità naturale della Natura di fornirgli sostentamento. Sì, tutto è iniziato da lì.

Nel momento in cui tu forzi un Sistema a darti più risultati di quanti naturalmente non riesce a dare, lo stai forzando.

Per quanto tempo lo puoi forzare?

Per adesso stiamo a circa 10.000 anni.

Il problema di questa forzatura è che ha portato progressivamente a dover trovare via via risorse sempre maggiori per sostentare una popolazione che cresceva oltre l’equilibrio. Quindi richiedeva ancora più risorse di quante ne avrebbe richieste se la sua crescita avesse rispettato i limiti ambientali di sfamare la popolazione.

Mi stai seguendo? Continuiamo il ragionamento.

Le capacità di resistenza e resilienza vanno alimentate in qualche modo. E il cibo è il modo che abbiamo per alimentarle, se no si cade in malattia (quindi la nostra resistenza si riduce) e abbiamo difficoltà a rimetterci in carreggiata (la nostra resilienza si riduce).

La Natura è un Sistema altamente egoistico in cui il singolo viene sacrificato a prescindere da quanto sia giovane, da quanto sia innocente, da quanto lo meriti o meno.

Se la Natura decide che deve scuotere la terra lo farà, e non sceglierà per forza il deserto per farlo. Se il cibo che una specie mangia si riduce, la specie deve estinguersi. Non è più difficile di così.

Questa è una legge tra le più eque che esistono. Tutti possono essere colpiti da una calamità (che sia esterna o che sia una malattia). Non ci sono servi e non ci sono padroni: ogni cosa obbedisce alle stesse regole e ogni ciclo è regolato dalle necessità, e per questo anche uccidere diventa giusto.

I criteri di selezione sono molto complessi, ma hanno un unico grande scopo: mantenere l’equilibrio. Molto semplice come concetto.

Andiamo avanti con il ragionamento.

Forzando la Natura abbiamo aumentato la nostra capacità di sopravvivenza oltre i limiti dell’equilibrio e abbiamo richiesto sempre di più alla Terra, oltre la sua capacità di darci sostentamento.

Siamo arrivati ad inquinarla pur di soddisfare ogni singolo individuo della popolazione creando cibi sempre meno qualitativi dal punto di vista nutrizionale, e quindi minando sia la nostra resistenza che la nostra resilienza.

Il cibo serve da carburante, ma serve anche per costruirci e ricostruirci se il nostro corpo si ammala.

Infatti se tu pensi che la tua malattia è frutto dell’opera di selezione naturale, molto probabilmente capisci quanto sia importante che tu capisca i concetti di resistenza e resilienza, e quanto sia importante che tu sappia rispettare queste regole prima di fare qualsiasi scelta per la tua salute (a meno che non vuoi che sia un buco nell’acqua).
Nei video che raccontano quali sono i 3 grandi Errori della Salute racconto proprio questo, e il messaggio è chiaro: più della metà della popolazione umana mondiale non è adatta alle stesse condizioni ambientali che ha creato.

Sì, più della metà della popolazione mondiale. Vabbè che “mal comune, mezzo gaudio” ma questa condizione è sintomo che c’è qualcosa che sta minando seriamente la salute collettiva e che poche persone, nonostante le infinite ricerche in capo medico, siano riusciti ad individuare.

Non avendo gli strumenti giusti (e quindi il cibo) per alimentarci correttamente, la nostra resistenza è andata via via riducendosi.

Non avendo i mattoni giusti (e quindi il cibo) per ricostruirci correttamente, anche la nostra resilienza è andata riducendosi.

Quale destino avrebbe dovuto avere un essere con poca resistenza e poca resilienza?

L’estinzione.

Ma siamo ancora qui.

Ti sei chiesto perché sempre più persone sono malate? Perché la gravità e il numero delle malattie sta aumentando? E l’età di incidenza delle malattie sta diminuendo?

Ed è qui che viene il bello (o forse il brutto) della storia, quello che fa male… quello che pochi capiscono perché va contro ogni principio “etico” che ci siamo dati.

Il motivo per cui siamo sempre più malati è perché ci sono i farmaci e la medicina.

Nel contesto di una società, in cui i singoli individui dovrebbero essere valorizzati al massimo, in cui il bene di ogni singolo individuo dovrebbe essere al di sopra di ogni altro tipo di valore, in cui si dice che “chi salva una vita salva il mondo intero”.

Il fatto che un Sistema porta inevitabilmente ad abbassare le soglie di resistenza e le capacità di resilienza, penso sia seriamente fuori dei parametri che ci illudono siano importanti.

A noi vendono i “sani princìpi” in modo che ci sentiamo tutelati e ci rilassiamo, ma poi agiscono contrastando questi stessi princìpi.

Infatti, nella nostra Società Evoluta, noi (o chi per noi) abbiamo deciso che ci sono dei diritti. Che c’è chi merita e c’è chi no, chi deve essere aiutato e chi no, chi deve essere escluso e chi no, a prescindere da valori naturali quali la sopravvivenza e la necessità.

Abbiamo deciso (noi o chi per noi) di imporre che le persone valgono più degli animali (benché siano anch’esse animali). Insomma, ci siamo dati dei Valori che, per opinabili che siano, dovrebbero comunque dare una guida alle nostre scelte ma, benché autoimposti, li disattendiamo (noi o chi per noi) con una costanza quasi maniacale.

Noi (o chi per noi) abbiamo deciso cosa era meglio mangiare per stare bene, e cosa era meglio fare per ritornare a stare bene.

Non è una banalità. Ci sono cose che non possiamo decidere noi, ma è la Natura che le ha già decise e non le possiamo disattendere, anche se vorremmo che fosse così.

Qualsiasi scelta fuori dalla scelta della Natura non fa bene.

Chi per noi sta gestendo la nostra vita?

Vogliamo dare un nome e un cognome a queste entità?

I manovratori della nostra vita si chiamano Multinazionali.

In particolare 2 categorie di queste lavorano minuziosamente per ridurci a schiavi del Sistema: Multinazionali Alimentari e Multinazionali Farmaceutiche.

L’una lavora per l’altra in una sinergia continua.

Quante volte hai visto convegni medici sponsorizzati da qualche industria della pasta, dello zucchero o altri tipi di prodotti alimentari?

Pensi veramente che un convegno sponsorizzato da questo tipo di aziende possa in qualche modo parlare male dei prodotti dei suoi finanziatori?

Nessun medico ti dirà che il cibo è importante per far rientrare la tua malattia, perché vengono pagati per far vendere schifezze e per curare i danni da schifezze con i farmaci (altre schifezze).

I medici sono manovratori di clienti per questi due colossi. Il loro compito è di renderci clienti a vita di una per diventare clienti a vita dell’altra.

Si passano la palla il modo abile intessendo una Matrix potentissima dalla quale è difficile uscire e vederne il quadro completo, perché in ogni angolo spunta qualcuno che ripete sempre la stessa cosa trainato da qualcun altro che diceva la stessa cosa.

Tutti convinti che quella cosa sia reale, e quindi la dicono con una convinzione incrollabile che difficilmente ci permette di capire cosa sia finzione e cosa realtà.

Riducendo però la nostra capacità di resistere (con alimenti non adeguati) e la nostra capacità di autoguarigione (con cibi non adeguati e annullando la nostra capacità di assecondare il nostro istinto) ci hanno messo in un purgatorio in cui non moriamo, ma non viviamo nemmeno.

Non moriamo perché l’accanimento terapeutico e tutti i princìpi che impediscono di “vivere” nel modo più dignitoso possibile la morte (eutanasia sì, eutanasia no) ma non viviamo – al massimo sopravviviamo – perché non si può chiamare Vita qualcosa che ti toglie tutto.

Abbiamo un po’ le idee confuse su cosa possiamo gestire e su cosa invece non siamo in grado di mettere bocca.

E questo ha causato un problema non indifferente: la selezione ci sta facendo ammalare e morire in massa.

Cerchiamo colpevoli… per vedere se possiamo dirci non colpevoli noi di ciò che è accaduto… ma la verità è brutta: la colpa è nel Sistema e il Sistema lo abbiamo creato noi.

Nella società, che si ammanta di grandissime parole, tutte vere ma inascoltate, di princìpi, tutti belli ma silenti, che sentiamo solo quando un nostro caro è stato colpito…tante altre persone prima di lui hanno sofferto per quel principio disatteso… ma di questo non ce ne curiamo.

Ma allora… se siamo esseri egoisti, perché ci riempiamo la bocca di parole altruiste?

Riflettere ogni tanto sul Valore che diamo ai Nostri Valori penso sia importante più dei valori stessi.

L’Uomo lo sa? Dà dei princìpi sui quali si basano le persone per fare delle scelte, e poi tali fondamenta si sgretolano al primo terremoto (ed ogni metafora NON è puramente casuale).

Poi però si fa degli scrupoli per i poveri mal capitati che… mannaggia… si sono ritrovati coinvolti in qualcosa che… ma chi poteva pensare… che accadesse proprio… ad un mio caro.

EGOISMO.

Allora da esseri egoisti cominciamo a pensare a noi stessi. A stare bene a prescindere dai condizionamenti e a prescindere dalle conseguenze.

Sai cosa accadrebbe se realmente tutti facessero questo? Che si ricreerebbero gli equilibri.

Perché non c’è niente volto alla salute dell’Uomo che non faccia bene anche alla Natura.

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Ethel Cogliani

Ethel Cogliani

Biologa nutrizionista specializzata nel trattamento delle malattie autoimmuni, croniche e infiammatorie. Ideatrice del protocollo IMMUNOREICA. Autrice dei libri "Dietro la Malattia", "Tiroide X-Files", "Paura", "La Struttura della Salute" e coautrice di "Super-Vivere nel XXI Secolo". Editrice e redattrice della rivista Immunoreica Magazine, la prima rivista dedicata all'approccio funzionale delle malattie autoimmuni.

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