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L’unica strada: l’alimentazione, l’integrazione e lo stile di vita

Claudio Cerutti, 35 anni
Dermatite seborroica

Mi chiamo Claudio Cerutti e ho 35 anni.

Da diversi anni soffro di dermatite seborroica, soprattutto al viso. Non è certamente una patologia invalidante, anche se abbastanza fastidiosa e sicuramente inestetica. Periodicamente la pelle del viso mi si arrossa e gonfia, per poi desquamarsi dopo qualche giorno.

Le cose hanno cominciato a migliorare nell’estate del 2015 quando, a seguito della lettura del libro di Robb Wolf, ho cominciato ad adottare la Paleo Dieta (prima in versione “standard” poi con il protocollo autoimmune).

Un ulteriore miglioramento l’ho avuto il marzo dell’anno dopo, quando ho cominciato ad integrare con vitamina D, K2, Magnesio ed Omega3.

Nonostante le cose fossero migliorate ed applicavo la dieta in maniera ferrea senza mai sgarrare, ogni tanto avevo i miei soliti sfoghi al viso, anche se più di rado.

Decido allora di farmi seguire da uno specialista. La scelta è caduta su Ethel, che avevo conosciuto ad un corso, perché era l’unica che conoscessi che seguiva la filosofia che cercavo: la cura tramite il cibo, le integrazioni e più in generale lo stile di vita.

Durante la prima call via Skype con Ethel, mi arriva la doccia fredda: devo eliminare i cibi che stimolano l’istamina. Già nel protocollo autoimmune il numero di cibi è molto ristretto (si può mangiare solo carne, pesce, frutta e verdura – esclusi peperoni, melanzane, pomodori, frutta secca, uova).

Ora avrei dovuto eliminare pure molti tipi di pesce (tonno, alici, sardine, salmone, uova di pesce, crostacei, frutti di mare, molluschi) e pure alcuni tipi di frutta (fragole, prugne, ananas, kiwi, lime, arance, mandarini).

Volevo morire!

Dopo il primo shock iniziale, decido di mettere in pratica i consigli di Ethel in modo rigido per almeno tre mesi. Per vedere se il protocollo funziona, non posso permettermi di sgarrare. Fortunatamente quando mi ci metto sono abbastanza inflessibile.

Nemmeno le feste di Natale mi fermano. Al cenone della vigilia da mia zia non posso mangiare praticamente nulla (antipasti ai frutti di mare, spaghetti con le vongole, salmone e come frutta l’ananas) e mi tocca farmi un’insalata il resto del tempo a guardare “Una poltrona per due”!

Seguire rigidamente il protocollo per tre mesi senza nemmeno uno sgarro è stata dura. Ma lo sforzo non è stato vano: dopo 1 mese di esclusioni ho visto già i primi risultati e non ho avuto nemmeno uno sfogo nell’arco di 3 mesi.

Finalmente dopo tanto cercare sembra che abbia trovato la chiave di volta per risolvere il problema!

Ad oggi raramente qualche lieve sfogo ce l’ho ancora (anche se molto attenuato, con un lieve rossore e senza desquamazione) e spesso collegato a giorni in cui sgarro dormendo molto meno.

Posso dire di avere praticamente risolto il problema visto che normalmente in primavera era un disastro e invece l’ho passata praticamente indenne a parte un piccolissimo episodio accadutomi quando ho provato ad usare l’olio di cocco sulla pelle. Mai più!

Questo è stato il risultato: di nuovo la faccia irritata.

Da lì ho capito che anche il cocco avrei dovuto mangiarlo con moderazione.

Mi sento solo all’inizio di un percorso di continuo “ascolto” del mio corpo e miglioramento dello stile di vita (alimentazione, integrazioni, riposo, esercizio fisico) e nel portare il corpo a riaccettare anche solo con moderazione alcuni cibi che adesso mi vieta categoricamente.

Un tale tipo di percorso è l’unico che può garantire la salute nel medio-lungo termine e soprattutto quando si tratta di patologie autoimmuni non vedo altre strade visto che l’approccio farmacologico nasconde solo i sintomi mentre la malattia continua ad aggravarsi in maniera sotterranea.

Sicuramente senza la guida di Ethel sarebbe molto più complesso intraprenderlo.

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