Mi chiamo Giorgia T., ho 30 anni e da quando ne ho 23 sono affetta da dermatite atopica che ogni anno mi ha colpita violentemente in diverse parti del corpo.
Fin da bambina ne ho sofferto, e tramite diversi trattamenti topici ne sono riuscita a venire a capo fino a dicembre 2016 in cui la dermatite mi divorava dalle caviglie alle anche di ambo le gambe.
Mio padre soffre di psoriasi e quindi sono stata visitata spesso da diversi professionisti, che mi hanno detto che prima o poi sarei potuta incorrere anche io nello stesso destino e che in ogni caso avrei dovuto seguire il protocollo delle cure, ma nel presente le uniche soluzioni erano topiche. Nessuno mi ha mai parlato di alimentazione ma solo di vestiti di cotone, intimo di cotone, vietato l’utilizzo del nero e tante creme per le mani.
Mi sono rivolta ad Ethel dopo un anno dal primo contatto a seguito di una testimonianza di un mio amico suo paziente. La contattai perché avevo questo problema della dermatite, un leggero ipotiroidismo, il Sistema Immunitario ancora sfiancato da una mononucleosi presa anni prima e diverse intolleranze.
Tuttavia sono scappata dopo la telefonata di contatto e solo dopo più di un anno sono tornata da lei quando la situazione era a mala pena tollerabile, anche a livello psicologico ne stavo risentendo, mi vergognavo a farmi vedere così, le persone mi chiedevano se avessi le gambe ustionate per quanto erano infiammate ed anche farmi toccare dagli altri era una cosa che mi metteva ansia.
Il primo impatto è stato duro, il nuovo approccio alimentare mi sembrava una rinuncia, un qualcosa di impossibile. Ed era proprio questo il motivo della fuga dopo il primo contatto. Non era per me possibile pensare di privarmi d’altro, la dermatite mi stava già privando e provando molto.
Infatti in questo maggio 2017, sono arrivata da Ethel convinta di dover dare una svolta al mio malessere e così sta funzionando.
Sono veramente felice di come Ethel è stata in grado di coinvolgermi nonostante la mia difficoltà iniziale e scetticismo riguardo il cambio di abitudini. Mi sono fatta guidare nel cambiamento alimentare, ho preso tutte le integrazioni consigliate ed ho combattuto le mie resistenze affidandomi a lei che è sempre presente e disponibile.
Questo approccio mi ha permesso di essere ancora più curiosa nei confronti del cibo ed anche di guardarlo in maniera diversa, non solo come qualcosa di appagante per lo stomaco ma come il carburante nobile del corpo. Se immettiamo sostanze nocive non possiamo meravigliarci di stare male.
Il fatto è che le sostanze nocive a noi sembrano buonissime e quindi privarsene diventa una tragedia, in realtà la tragedia scompare di fronte al benessere e quindi si impara anche a tornare ai vecchi gusti saltuariamente per tornare comunque subito dopo a mangiare nuovamente bene.
I benefici guadagnati sono per me troppo importanti e sono andati ad influire su aspetti del mio organismo che non avrei pensato di toccare in partenza, e questo perché i problemi organici possono solo essere trattati in ottica sistemica e non come isole scollegate.
E quindi eccomi a 5 mesi dal mio inizio, ancora felice di essere su questa strada e consapevole che Ethel non ha la bacchetta magica, ma nemmeno io ed ogni conquista verrà col tempo.
Impareremo insieme cosa è meglio per me e cosa anche io posso donare a questo protocollo, che non deve essere considerato un oracolo, un regime o un’imposizione ma un modo per capire come amarsi di più e stare bene con sé stessi.
Arrivare da Ethel come un naufrago all’ultima spiaggia è brutto a dirsi, ma di fatto spesso accade perché i medici non sono in grado di avere una lettura complessa e completa della persona che hanno davanti. Ognuno di loro spesso si interroga solo circa la sua materia di competenza, e non vede altro. Se il mio dermatologo, gastroenterologo, medico di base, otorino ed endocrinologo, si fossero parlati o si fossero chiesti l’altro cosa ne pensasse forse non mi sarei sentita dire cose come: “non guarirai mai perché ogni anno avrai uno spostamento della tua malattia”.