Prima di iniziare ad usare il protocollo sui miei pazienti c’è stato lui che poi ha spianato la strada a tutti gli altri: mio figlio.
Il percorso che ci ha portato alla soluzione nutrizionale non è stato proprio lineare, anzi… deviati da psicologi, logopedisti, medici e quant’altro nessuno sapeva che pesci prendere ma tutti sapevano cosa non c’entrava: sicuramente l’alimentazione non era il problema (e lo credono tutt’ora nonostante le evidenze).
Mio figlio aveva 10 anni e da 4 anni lo accompagnava la sindrome di La Tourette in cui si hanno tutta una serie di tic che si alternano, si sommano in un moto perpetuo che si ferma solo quando si dorme, lui aveva tic diversi da quelli del ragazzo nel video ma alcuni gli creavano difficoltà a rimanere seduto sulla sedia.
Aveva perché non ha più da ormai 2 anni, e non sono state le terapie psicologiche o logopediche o gli psicofarmaci che non gli ho mai dato ad avergliela fatta passare, ma l’alimentazione.
15 giorni: in cui ha sottratto cereali e latticini e i tic sono rientrati quasi totalmente, il restante è andato piano piano scomparendo nei 2 anni successivi in cui lui stesso si autolimitava anche alle feste o a casa di amici, finché piano piano ha potuto ogni tanto alle feste o nella socialità reintrodurli senza che alla fine della festa gli ritornasse il disturbo.
Ebbene sì: alimentazione.
Man mano che è avanzata l’adolescenza sono emersi alcuni sintomi prima non presenti che mi hanno permesso, grazie anche ad un libro, “Curare l’ipotiroidismo” di Raul Vergini, di diagnosticargli l’ipotiroidismo senza neanche passare dalle analisi.
Avuta una diagnosi, sapevo come intervenire!
E da lì è migliorata tutta quell’indolenza, apatia, insofferenza, diciamo quel “pessimismo cosmico” in cui gli ipotiroidei sembrano sprofondare, è migliorata la sua socialità… alla faccia di tutti quelli che volevano imbottirlo di psicofarmaci.
Sì, è grazie a lui che mi sono convinta che il protocollo che avevo in mano era veramente potente… sì, i miei pazienti già avevano avuto i loro risultati… ma veder uscire dal tunnel il proprio figlio sicuramente ha un sapore molto più grande.
Il messaggio che posso dare ai genitori con bambini con particolari disturbi, non fatevi mai dire che sono incurabili, cercate di capire qual è il problema funzionale alla base e risolvetelo.
Chiunque vi dica che sia incurabile o che l’unica via sono gli psicofarmaci… non è vero.