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Anche se anonimo, questo percorso deve essere fatto conoscere

M.V., 37 anni
Colon irritabile

Salve, voglio lasciare questa testimonianza anche se ho chiesto alla dottoressa di lasciarmi totalmente anonimo, perché veramente ci sono percorsi che ti fanno cambiare rotta e ti fanno capire tante cose. E quello di IMMUNOREICA è uno di questi.

Avevo sindrome del colon irritabile da circa 2 anni, e a causa di questa problematica mi sono ritrovato per tanto tempo con sollecitazioni intestinali non proprio piacevoli (se vogliamo dirlo così). Questa mi portava anche altri disturbi, ma diciamo che già avevo individuato che erano correlati.

Avevo appena iniziato alcune cure farmacologiche che, per fortuna, ho potuto sospendere immediatamente.

Il primo colloquio è stato piuttosto lungo, e devo dire che la sua pazienza è infinita, perchè ha risposto a tutte le mie domande e a tutti i miei dubbi sul percorso che avrei dovuto intraprendere. Avevo infatti intenzione di intraprendere altre cure, comunque tutte naturalistiche, avevo già tentato di capire quali erano i cibi che mi davano fastidio, ma non riuscivo mai a trovare la quadra.

Dopo il primo colloquio, la prima cosa che mi è stata detta è che tutti i miei problemi intestinali nel mio caso dipendevano allo stomaco e dalla mia emotività.

Abbiamo iniziato a lavorarci da subito, e quello che ho notato in questi mesi è stato non solo a livello fisico ma anche psicologico, più lucido e capace di impegnarmi in problemi e prove più complesse, tanto che ho ricominciato a studiare per l’università con un ritmo di esami abbastanza sostenuto.

Ogni aspettativa sul percorso è stata rispettata e cerco di fare proseliti in continuazione, ma mi rendo conto che i veri risultati sono arrivati quando mi sono impegnato a non sgarrare. Prima anche con le integrazioni, pur avendo avuto risultati, sentivo che il corpo non riusciva a consolidarlo, quindi è un percorso che ha bisogno di tanta forza mentale per essere portato avanti. Adesso ogni tanto sgarro, ma niente a che vedere con i problemi che avevo prima.

Insomma, un percorso che ti porta ad escludere alcuni cibi per riuscire ad individuare realmente quelli che ti danno fastidio. Non si può certo sgarrare in continuazione, ma con il tempo impari a capire quali sono i cibi che ti danno veramente fastidio e quali invece il corpo ha imparato a tollerare.

Penso che alla fine ascoltarsi sia la chiave di questo approccio, ma questo lo dobbiamo fare noi pazienti, non basta che ci viene detto.

Sarebbe interessante veder praticare questo tipo di cure anche negli ospedali come routine, ma forse chiedo troppo.

Un grazie sincero per questo percorso.

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