Mi chiamo Mirella Lelli, vivo in Abruzzo e ho un’età in cui le scelte sono orientate al benessere. Ho iniziato il mio protocollo IMMUNOREICA a settembre, a novembre ho fatto il primo step di controllo.
Gli esami dicono che va tutto a meraviglia. E io aggiungo che il fuoco che ardeva nello stomaco si è spento, il mio corpo ha ritrovato tutta l’energia che prima mancava (10 km di camminata/corsa in collina e trekking di 14 km in montagna con almeno 900 metri di dislivello). Non più confusione mentale, non più tachicardie notturne. Sparito anche il reflusso che mi faceva svegliare in piena notte in preda al panico. E mentre la pandemia fa vivere tutti in un incubo, io mi sento incredibilmente invincibile!
Ecco la mia storia.
In fondo io mangiavo benissimo. Cibi a km zero, verdure del mio orto (tanti pomodori, peperoni e melanzane, ma non solo) e poi legumi 6 giorni su sette, perché troppa carne non fa bene!!! La colazione sempre abbondante, ricca di carboidrati, cereali e tanta frutta fresca a Km zero, perché le vitamine prima di tutto. E la sera cena leggera con pane buono, tanta verdura e qualche pezzetto di formaggio: perché il calcio rinforza le ossa.
E però non stavo bene ☹ Nessun problema di salute! Sentenziava il mio medico di base ad ogni mio esame di controllo. E le mie analisi di sangue e urine lo confermavano. I miei valori erano perfetti! E però, io non stavo bene ☹
Il mio stomaco era sempre un fuoco vivo, una lava incandescente risaliva spesso su verso la gola durante il giorno ma anche durante la notte, quando mi faceva svegliare di soprassalto con una sensazione di soffocamento accompagnata da una tachicardia che mi faceva sentire il cuore impazzito. Che paura in quelle notti!
Le giornate, dopo quei risvegli terrorizzanti, erano piene di irritabilità, stanchezza, confusione mentale… e bassissimi livelli di volontà. Insomma zero voglia di lavorare e di vivere! Cercavo nella mia mente e poi nella dispensa cibi che potessero placare tutto quel fuoco, togliendomi come per magia il dolore sordo nello stomaco. Mi riducevo a pane e olio, che nell’immediato calmava il bruciore è vero, ma qualche ora dopo mi conduceva a cercare nuovo nutrimento per placare quella “fame nervosa” che oramai faceva parte della mia quotidianità.
E poi ero sempre… incinta. Non nel senso letterale del termine. Insomma avevo sempre la pancia gonfia: dopo colazione, dopo pranzo, dopo cena. Quella palla era sempre lì, preminente, impertinente, impossibile da nascondere sotto qualsiasi abito o pantalone. Per carità, dopo tanti anni non era nemmeno più un problema estetico il mio, ma quello che non capivo era perché tutta quella pancia visto che la quantità di cibo che ingerivo non era poi così eccessiva. Mistero glorioso!
Ah già, la verdura. Mangiavo cofane di verdura, perché l’altro problema drammatico era la stipsi: avevo sperimentato che i legumi mi facevano bene, anche per questo ne mangiavo in quantità. Ma dopo qualche tempo, anche i legumi perdevano il potere magico, e io ero tornavo a combattere con il mio intestino pigrissimo… ingurgitando cofane di verdure. Non potete immaginare il fastidio. Ma forse qualcuno sa di cosa parlo.
Avevo problemi anche sulla pelle, diventata così sensibile al sole, da non poterla più esporre se non coperta da chili di crema protettiva schermo 50. E poi non sopportavo più il caldo. Trascorrevo luglio e agosto murata in casa tutto il giorno per scampare alla calura e, nonostante questo, la mia pressione finiva sotto i piedi e non avevo energie per fare niente.
In passato avevo avuto anche una diagnosi di fibromialgia. Ero rimasta terrorizzata. “Una patologia cronica di cui non si conosce la causa e con cui dovrai convivere tutta la vita!” aveva sentenziato il medico (uno bravo eh!).
Ero ridotta malissimo: forti dolori su ogni centimetro del mio corpo. Mi facevano male i muscoli, i capelli, le mani, le spalle, il collo, i piedi! Per cercare di calmare il dolore avevo provato dieci e più cuscini diversi e avevo anche cambiato il materasso. Niente da fare. Appena mi appoggiavo per provare a dormire il dolore mi ghermiva e mi impediva di lasciarmi andare nelle braccia di Morfeo.
La mattina mi alzavo più stanca e sfatta di quando mi ero coricata e davanti a me avevo una giornata piena di ostacoli. Il primo era la rampa di scale da salire per raggiungere il mio ufficio e poi la porta a fuoco che divideva il corridoio. Arrivavo al pianerottolo cianotica, e per aprire la porta mi serviva l’aiuto di qualcuno. Le giornate trascorrevano tutte uguali, accompagnate da dolori che toglievano il fiato e da pensieri cupi.
Naturalmente mi facevano male anche i piedi, tanto che avevo comprato scarpe super comode (quelle della nonna per intenderci) ed ero lievitata al punto che indossavo la taglia 46 e la sera non ci entravo più. Feci tante ricerche e piano piano mi convinsi che il problema veniva dal cibo.
Cercai in internet e mi affidai ad una professionista, brava, preparata e molto empatica. Mi ha salvato la vita (ero sull’orlo di un abisso pauroso fatto di dolore, depressione e paura). Dopo diversi anni di benessere, purtroppo mi sono lasciata andare e ho ricominciato a stare male.
Era da qualche tempo che seguivo la pagina Fb della Dott.ssa Cogliani, leggevo i suoi post e sentivo che le sue informazioni mi risuonavano. E poi mi piaceva quel suo stile diretto e a volte provocatorio. Così ho deciso di comprare tre dei suoi libri e durante il lockdown di marzo scorso li ho letti tutti. A dire il vero li ho “bevuti” con avidità. Perché volevo capire, trovare le risposte, avere finalmente la chiave giusta per i miei problemi.
Sapevo che avrei dovuto abbandonare buona parte dei cibi che facevano parte del mio stile di vita, e sapevo che non sarebbe stato un gioco. Così, prima di fare questa scelta ho voluto capire bene, informarmi, leggere articoli, ricerche scientifiche e anche testimonianze di pazienti con diversi tipi di patologie.
I testi della Dott.ssa Cogliani sono stati un ottimo punto di partenza e mi hanno aiutato a costruirmi una nuova consapevolezza. Ho imparato come funziona il nostro corpo e quanto è importante il buon cibo per far funzionare bene i nostri organi. Ho spazzato via tanti luoghi comuni e finalmente mi è stato chiaro il funzionamento del microbiota, la sua importanza per le nostre difese immunitarie e il suo forte collegamento con il nostro cervello. A quel punto, cambiare regime alimentare è stato meno difficile.
La scelta che stavo facendo mi poneva una domanda essenziale: voglio continuare a stare male, a funzionare al 50% delle mie reali possibilità, con il rischio di aggravare la mia condizione con patologie molto più gravi, oppure voglio stare meglio sia in termini di energia mentale che fisica?
Ho scelto di stare bene, di rendere i miei giorni più lievi, di dare al mio corpo la migliore energia possibile. Terminata la lettura dei libri ho deciso di chiedere una consulenza e a inizio settembre ho iniziato il mio percorso con il protocollo IMMUNOREICA.
Abbandonare i cibi che fanno parte di uno stile di vita consolidato non è mai un gioco. Prima di fare una scelta così radicale è importante informarsi, leggere e costruirsi una solida consapevolezza. Non è per gioco che oggi non mangio più legumi, latticini, cereali e solanacee. Ho semplicemente scelto di stare bene, di rendere i miei giorni più lievi, di ottenere dal mio corpo l’energia necessaria per vivere meglio e per fare le cose che amo di più.
E ho scelto di condividere questo mio cambiamento con mia sorella. Anche lei appesantita da anni di problemi che dallo stomaco risuonavano in tutto il suo corpo. Anche lei si è affidata e, nel giro di poche settimane ha iniziato a stare meglio, superando malesseri e fastidi che oramai sembravano incrostati.
Ringrazio tanto la Dott.ssa Cogliani perché il suo protocollo mi ha permesso di stare molto meglio nel giro di poche settimane.
Ora si continua ad applicare, perché il protocollo non si concentra solo su cibo e integrazioni, ma contempla anche l’attenzione alla respirazione, al sonno e al contatto con la natura. Perché la salute è una conquista che si fa quotidianamente!